La rinascita del Chianti: parte 3

Nel 1965 venne alla luce la Cantina Sociale del Chianti Classico (che dopo qualche anno si trasformò in Cantina Sociale Castelli del Grevepesa), per volontà e intuizione del Cav. Gualtiero Armando Nunzi e altri 17 visionari produttori chiantigiani che, come lui, erano convinti che l’unico modo per evitare il disfacimento e l’abbandono di quelle colline, da secoli votate alla vite e al vino, fosse unire forze e ingegno.

La cantina sociale contribuì alla rinascita del vino Chianti, dando inizio ad un miglioramento delle qualità organolettiche del prodotto, e i nostri soci fecero importanti investimenti volti alla trasformazione fondiaria e produttiva delle colline chiantigiane.

Grazie all’esperienza e alle conoscenze di Nunzi e al coraggio di coloro che lo seguirono, la cooperativa Castelli del Grevepesa diventò la più grande realtà cooperativa nell’area del Chianti Classico, imboccando per prima la strada della differenziazione della produzione, puntando sulla qualità, e guardando sia al mercato interno che a quello internazionale.

Passato ormai più di Mezzo secolo di vino e di vita, Castelli del Grevepesa, rimane un punto fermo del panorama chiantigiano, confermando che la cooperazione fu la strada giusta da seguire per rinascere.



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